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Escursioni a Ischia: alla scoperta di Aenaria

Visita guidata agli scavi subacquei nella baia di Cartaromana.

Non è affatto detto che la storia si apprende solo sui libri, magari su voluminosi tomi che scoraggiano anche i più volenterosi. La storia si impara anche divertendosi, come dimostra la visita guidata alla scoperta della città sommersa di Aenaria, escursione organizzata dalla "Platypus Itinerary" in collaborazione con la "Marina di Sant’Anna".

Abbiamo trascorso una piacevole mattinata in compagnia di Myriam Scotti e Pasquale Mirabella, le due guide che ci hanno accompagnato in giro per la baia di Cartaromana a bordo di un’imbarcazione dal fondo trasparente. Occasione della visita, la presenza sull’isola di “Goletta Verde” storico veliero di Legambiente, per due giorni attraccato a Ischia Ponte nelle acque antistanti il Castello Aragonese.

Acque che non sono solo ricche di storia ma rappresentano, da un punto di vista scientifico, uno dei siti più interessanti del Mediterraneo. Per due ragioni: la presenza di una vasta prateria di "Posidonia Oceanica", uno dei motivi per cui nel 2007 è stata istituita l’Area Marina Protetta Regno di Nettuno (l’altro è il canyon di Cuma nel versante nord occidentale dell’isola) e le cosidette “bollicine”,  - in dialetto ‘a vullutura (la bollitura) - fenomeno di vulcanesimo secondario, a sua volta spia della complessa questione dell’acidificazione dei mari.

C’è anche un terzo motivo che rende le acque del Castello, e di Ischia in generale, di grande interesse scientifico: l’aver rappresentato, per anni, il confine climatico tra il nord e il sud del Mediterraneo. Meglio ancora, il confine settentrionale per le specie che popolano il Mediterraneo meridionale e, viceversa, il confine meridionale per quelle che popolano il versante nord.

Negli ultimi anni il confine si è spostato più su e nuove specie, finora assenti nel nostro mare, hanno fatto la loro comparsa. Tra queste il Granchio Corridore Atlantico, nome scientifico “Percnon gibbesi”; la “Caulerpa”, alga invasiva la cui proliferazione è legata alla temperatura mite dell’acqua; e il “Pesce Pappagallo”, fino a qualche anno fa assente nei mari dell’isola.


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Tutto visibile tra i 3 e i 7 metri di profondità della baia
dove, ovviamente, sono presenti molte altre specie. Tra le tante, ricci, stelle, oloturie, paguri che abbiamo avuto modo di conoscere da vicino grazie a un sub che coadiuva quest’interessante escursione archeobiomarina.

E veniamo alla parte propriamente archeologica. Tutto quanto finora ritrovato dai sub di Marina di Sant’Anna (sotto la supervisione della Dott.ssa Alessandra Benini della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli) fa pensare all’esistenza di un antico porto con una banchina d’attracco estesa, grosso modo, tra la chiesa di Sant’Anna e gli omonimi scogli.

A conferma di questa tesi, il ritrovamento di una gran quantità di pali, zeppe, tavole, utilizzate per la realizzazione di casseforme lignee funzionali alla costruzione di opere murarie a mare. C’era un porto, quindi, ma con ogni probabilità c’erano anche diverse ville, come dimostra il ritrovamento di colonne, tessere di mosaico, tegole e mattoni. Detto in parole povere, nella zona di Cartaromana i Romani vivevano, commerciavano e probabilmente - sul punto non v’è certezza - realizzarono pure delle fondrerie di piombo. Un insediamento abitativo stabile, quindi, spazzato via tra il 120 e il 150 d.C. a seguito di un evento vulcanico e/o bradisismico

I lavori subacquei di scavo sono cominciati nel 2010 grazie alla determinazione dei ragazzi della Marina di Sant’Anna che, nel frattempo, hanno pensato bene di trasformare quella che è a tutti gli effetti un’attività archeologica, con tanto di sigillo della Soprintendenza, anche in un’occasione di conoscenza e divulgazione di un’epoca storica forse un po’ schiacciata dal peso della colonia di Pithecusa - ricordiamolo - la prima della Magna Grecia nel bacino del Mediterraneo occidentale.

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Insomma, Ischia non smette mai di stupire
, e perciò guai a pensare di aver visto e letto tutto. Un’isola dalla storia millenaria che non aspetta altro che esser conosciuta e visitata, Soprattutto, amata, come la amano Myriam, Pasquale e le tante persone impegnate nel valorizzarla e proteggerla.

Magia dell'isola d'Ischia!

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